CARO (forse troppo) BABBO NATALE…


Regali di Natale: se il piacere diventa un dovere

 

Regalare e donare non sono sinonimi.

Regalare, evoca l’idea della “regalità”, del tributo a chi meriti un riconoscimento in quanto “regale”, dell’atto volto a riconosce un merito o a compensare un debito verso qualcuno. Così, per molti, non solo a Natale, il regalo rappresenta una sorta di dazio oggettuale da offrire, perché si deve.

 

 

Non é difficile accumulare sotto l’albero pacchetti di ogni sorta che, infatti, chiamiamo regali senza alcuna emozione, a parte il sollievo di una fastidiosa incombenza finalmente risolta. Dunque sempre di più in tempi di crisi economica il regalo é il mero oggetto, la compera qualunque, magari la cosa che costa meno o l’oggetto vistosamente riciclato, tanto per onorare una relazione di poco conto, barcollante e al limite del formale. Oppure, con spirito di sacrificio, si regalano cose di lusso perfettamente anonime nell’intento di colmare, almeno il giorno di Natale, i vuoti e le lacune affettive di una quotidianità distratta.

 

Donare é un’altra cosa.

Donare viene da dare, dare nel senso più pieno e profondo: significa offrire qualcosa che testimonia amore e farlo in modo incondizionato, senza sentire di dovere nulla all’altro e senza nulla pretendere dall’altro.

 

 Il dono, a differenza del regalo, è un omaggio ai sentimenti, e non alla persona. È un dire attraverso un oggetto: “Io ti amo. Ti amo perché sei tu, e non perché è Natale, perché é il tuo compleanno, perché sei mio zio o perché, e che palle, passiamo la vigilia in famiglia”Il dono sarà sempre più importante e più significativo dell’oggetto, indipendentemente dal suo valore economico, mentre il regalo resta spesso misero o anonimo, anche quando è molto costoso.

 

Un Natale senza crisi.

 Molti possono regalare oggetti costosi ma vuoti di senso. Pochi, invece, sanno realmente donare, ovvero riescono a spezzare la logica dominante del regalo e a scegliere consapevolmente di inviare precisi messaggi di relazione attraverso gli oggetti donati: “Sei importante per me”, “Ti voglio bene”, “Ti amo”.
La crisi economica non c’entra, perché il dono può essere una lettera scritta a mano, un dolce fatto in casa, la fotografia di un momento emozionante, una poesia, una canzone, un disegno. Al di là dell’esborso, una stessa cosa assume un grande valore se é donata, ma rimane un mero oggetto se é semplicemente regalata.

Con questa consapevolezza é facile capire che il disagio economico che da anni si aggrava sotto Natale può limitare soltanto la nostra capacità di pagare pegno al rituale dei regali ma non può compromettere la nostra capacità di donare a chi amiamo un simbolo di gioia e di profonda speranza d’amore.  

 

Psicologia del regalo

Saper donare

La psicologia sociale si è interessata alla regole sociali, spesso non dette e apprese fin dalla tenera età, circa il donare e il saper ricevere regali. Nell'offrire un regalo, soprattutto quando lo si deve dare ad una persona cara, si condensano un insieme di attese e di aspettative emotivamente cariche. Innanzitutto si tratta di un gesto gratuito che non si fa per ricevere qualcosa in cambio e che quindi anche a livello simbolico deve condensare le due persone protagoniste del dono: chi dona e chi riceve.

Chi dona infatti, può volere come "ricompensa", la soddisfazione dell'altra persona e quindi cerca un regalo che rifletta i gusti di un'altra persona, ma che rechi anche una sua impronta perché sia riconoscibile in mezzo ad altri regali. Spesso  regali più apprezzati sono quelli che fanno riferimento alla storia comune, alla relazione (amicale, amorosa, lavorativa, ecc.) o  ad un evento vissuto insieme.

 

E chi riceve il regalo?

Anche chi riceve il dono si deve attenere a qualche regola. La psicologia segnala in primis una sorta di lotta delle aspettative: il ricevente può sperare in un dono anche molto diverso o perché il regalo non lo rispecchia o perché la relazione viene vissuta in modo differente.

Si pensi alla delusione che si può provare se qualcuno a cui tiene regala qualcosa di assolutamente impersonale. Ovviamente la gratuità del dono implica che non ci si può permettere di criticare il regalo: è il pensiero che conta.

Un secondo elemento da considerare è che il non poter ricambiare questo gesto, da alcune persone può essere vissuto negativamente. Alcune persone chiedono insistentemente di ricambiare perché si sentono in debito, in posizione di sottomissione rispetto ad un gesto generoso.

 

Dott.ssa Giulia Di Donato

Psicologa

 

 

Fonte:

Dott.ssa Francesca Cilento

Dott. Enrico Maria Secci, Psicoterapeuta. 

Scrivi commento

Commenti: 0

A PICCOLI PASSI 

via Nazionale 18, Sant'Atto piane, Teramo

apiccolipassi.info@gmail.com

348 7111214   Dott.ssa Giulia Di Donato   -   Dott.ssa Gloria Di Rocco  349 0857605